Consigli, Informazioni e Opinioni su Barche, Motori etc, etc.Gozzi Liguri e Sorrentini

Questa sezione è dedicata alle richieste di informazioni su barche a motore, gommoni, barche a vela, motori marini, carrelli e tutto quanto inerente il mondo della nautica, per un corretto orientamento all'acquisto.
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Mayol1965
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Gozzi Liguri e Sorrentini

Messaggio da Mayol1965 » 17/09/2018, 8:16

Per gli amanti dei gozzi, e per chi comunque ami la storia della nautica in generale, trascrivo un articolo sui gozzi apparso nel blog di "ormeggionline".

https://ormeggionline.com/blog/gozzi-li ... progresso/


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Gozzi Liguri e Sorrentini: una tradizione che non teme il progresso

Tanto è andato perduto delle nostre tradizioni marinare ma non tutto… qualcosa era forse tanto perfetto da sopravvivere a secoli di progresso tecnologico… I gozzi sono uno di questi antichi gioielli!
I gozzi sono piccole imbarcazioni dalla forma inconfondibile: possiedono un generoso baglio massimo e la prua si distingue dalla poppa quasi unicamente grazie al tipico prolungamento di legno che svetta. Questo pennacchio, chiamato “Pernaccia” ha una funzione puramente estetica anche se risulta molto utile per legare l’imbarcazione all’ancora o all’ormeggio. La denominazione “Gozzo” pare che sia legata alla gonfia sezione maestra delle imbarcazioni.
I gozzi sono barche tipiche della tradizione Italiana, particolarmente diffuse in Liguria e Campania.
Queste imbarcazioni classiche venivano impiegate in passato per piccoli traffici ma sopratutto per la pesca costiera, erano in effetti le barche da pesca per eccellenza.
A differenza di altre imbarcazioni della storia i gozzi sono sopravvissuti al progresso e convivono tutt’oggi molto fieramente con i moderni scafi. Esistono ancora cantieri e mastri d’ascia specializzati nella produzione e nel restauro di queste imbarcazioni, diventate ormai ricercatissime e d’elite. Sempre Liguria e Campania, sono le regioni che mantengono più viva la tradizione del gozzo in legno, producendo veri e propri gioielli da amatore.
Tecniche di costruzione dei gozzi e materiali
A seconda delle molteplici tradizioni costiere (diverse persino tra borghi adiacenti) e dell’uso a cui era destinata l’imbarcazione esistono gozzi di varie forme e dimensioni. I più comuni, ovvero quelli che venivano utilizzati per la piccola pesca, sono lunghi intorno ai 5-6 metri, anche se all’epoca venivano misurati tipicamente in palmi (un palmo equivale a circa 25 cm).
Al di là delle diverse varianti i gozzi sono barche dislocanti, con chiglia particolarmente accentuata, pesanti e incredibilmente stabili anche a basse velocità. Queste proprietà permettono di lavorare liberamente a bordo senza che la barca risenta eccessivamente degli spostamenti dei pesi e agevolano notevolmente le operazioni di traina, per questo il gozzo è tanto amato dai pescatori professionisti.
Il gozzo classico è costruito completamente in legno, ma si tratta ormai di oggetti rari e proibitivi. Un alternativa molto diffusa e decisamente più a buon mercato sono i gozzi in vetroresina, magari con le finiture in legno, più facili da mantenere.
Pensate che i gozzi liguri erano tipicamente costruiti con varie qualità di legni, sfruttando al massimo ogni proprietà del materiale a seconda della funzione:
• La chiglia era normalmente di rovere assieme a dritto di prua e di poppa;
• le ordinate in rovere, frassino, olmo o acacia;
• il fasciame veniva generalmente realizzato in pino ligure senza nodi;
• le cinte cioè le tavole sotto il bordo, erano di rovere o di mogano;
• Il bordo di frassino, rovere, o mogano;
• I banchi, cioè i sedili di teak o di mogano;
• I remi solitamente di faggio, molto pesanti, con la pala lunga.
Riuscite ad immaginare quanto potrebbe costare una simile tecnica costruttiva oggi?
Si dice che la vita di un Gozzo Sorrentino inizi mezzo secolo prima di essere costruito…
Naturalmente, sia per i gozzi più tradizionali in legno, che per quelli in vetroresina rivisti e corretti dalla moderna cantieristica, esistono diverse tipologie di allestimento della coperta, offrendo svariate possibilità di spazi e gavoni. I gozzi di dimensioni maggiori possono essere anche “cabinati”, ospitando alcune cuccette.
Propulsione
I primi gozzi venivano ovviamente mossi “a braccia”, grazie all’uso di lunghi remi appoggiati negli appositi scalmi sulla falchetta.
Con l’evoluzione di motori a benzina o Diesel, il remo è stato gradualmente abbandonato e sostituito da un entrobordo diesel, posizionato a centro nave per non alterare tenuta ed efficienza dello scafo. Per ragioni di spazio e praticità sono nati modelli di gozzo che montano motore fuoribordo.
Un ulteriore tipo di propulsione per i gozzi è la vela, adottata da sempre meno esemplari: i gozzi a vela montavano un unico albero a centro nave sul quale veniva issata una vela latina.
Una curiosità sui gozzi
Il gozzo Sorrentino era munito spesso di un numero dispari di remi, infatti la presenza del vento Maestrale nel golfo di Napoli costringeva i costruttori a munire la barca di uno o tre remi dal lato di sottovento ed un numero pari dal lato di sopravento per contrastare lo scarroccio.
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Gozzo.jpg
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Marco

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ilbarcarolo
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Gozzi Liguri e Sorrentini

Messaggio da ilbarcarolo » 17/09/2018, 9:37

E' un articolo molto interessante Mayol. :ok :clap

Ti invito però a citare almeno la testata che l'ha pubblicato e l'autore dell'articolo, in modo che possiamo valutare se esistono le condizioni per lasciarlo visibile sul nostro forum, infatti le norme sui diritti d'autore sono piuttosto severe e ci chiamano a precise responsabilità :boh

Tralasciando le nuove norme sul copyright approvate dal consiglio europeo che dovrebbero sfociare in un testo legislativo vincolante entro fine anno, limitiamoci a quanto già vigente nel nostro paese e a livello internazionale.

In particolare occorre far riferimento alla convenzione di Berna, ratificata in Italia con la legge n. 399 del giugno 1978 che tratta appunto la riproduzione di articoli e pubblicazioni giornalistiche:

In particolare ci interessano i 4 articoli che seguono, a fianco dei quali metto un commento:

1) l’opera deve essere stata resa lecitamente accessibile al pubblico ( E QUI SPERO PROPRIO CHE SIAMO A POSTO :DD )
2) la citazione deve avere carattere di mero esempio a supporto di una tesi e non deve avere come scopo l’illustrazione dell’opera citata ( E QUI HO QUALCHE DUBBIO )
3) la citazione non deve presentare dimensioni tali da consentire di supplire all'acquisto dell’opera ( PER QUESTO OCCORRE VERIFICARE L'ARTICOLO CITATO)
4) la citazione non deve pregiudicare la normale utilizzazione economica dell’opera e arrecare un danno ingiustificato agli interessi legittimi dell’autore. Per essere lecite, altresì, le citazioni devono essere contenute nella misura richiesta dallo scopo che le giustifica e devono essere corredate dalla menzione della fonte e del nome dell’autore. ( LA MENZIONE DELLA FONTE E DEL NOME DELL'AUTORE E' INDISPENSABILE )

Come vedi noi disgraziati amministratori del forum abbiamo delle precise responsabilità che sfociano facilmente nel penale per tanti aspetti, più di quello che può sembrare :facepalm

In questo caso, occorre avere qualche elemento in più per determinare se ci possiamo prendere la briga di correre il rischio, dato che non si tratta della citazione di una notizia apparsa su quotidiano, ma di un vero e proprio articolo frutto del lavoro di un giornalista.
Per poter valutare se mantenerlo sul forum è quindi indispensabile valutare alcuni aspetti importanti come la testata e la data della pubblicazione ( vedi art 3 - 4 se fosse non recente non arrecherebbe danno alla testata che l'ha pubblicata, semmai pubblicità ecc. ecc.

Scusa il pippone, ho preferito dare a te e al forum qualche spiegazione in più per non passare inutilmente da censore guastafeste, ruolo che non sopporto :DD

Grazie della comprensione, attendo i dati che ti ho chiesto.
Francesco

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Messaggio da Mayol1965 » 17/09/2018, 9:57

Francesco,
l'articolo e' pubblicato su di un blog online ( ormeggionline), ma non e' firmato ... ( se vuoi in MP ti invio il link )
Anch'io ero titubante se postarlo o no ma non mi sembrava di ledere il copyright. Valutate un po voi ...
Marco

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Messaggio da ilbarcarolo » 17/09/2018, 10:38

ok, mandami il link in MP e vediamo un po, grazie :wink
Francesco

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Messaggio da ilbarcarolo » 17/09/2018, 10:58

Ok, l'articolo in questione è apparso su un blog, senza firma dell'autore.
Ho provveduto a inserire il nome nel corpo del tuo messaggio e ho chiesto per mail l'autorizzazione alla pubblicazione, che spero sia positiva.

EDIT: autorizzati e inserito link diretto
Francesco

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Messaggio da samuclem » 28/07/2020, 12:14

Ciao, mi inserisco su questo post, anche se il mio gozzo non è propriamente Sorrentino o Ligure ma è stato costruito a Catania, con tecnica classica e vela latina.
Mi sono deciso a rimettermi al lavoro dopo troppi anni di stop perchè in questi mesi ho uno stop lavorativo post lock down che si sta protraendo e mi permette di metterci le mani sopra nuovamente. Ho finalmente quasi allestito il garage dove tengo l'imbarcazione per poter comincaire a lavorarci e ora dovrei andare alla ricerca dei legnami. Cerco di allegare delle foto ma in sostanza devo ricostruirlo dagli ombrinai in su, coperte comprese. Non ho ben chiaro cosa sia L'"ABETELLA" tra le essenze impiegate dal costruttore originale e penso che propenderò per qualcosa come il larice o il mogano, ma non ho idea della facilità di approvigionamento per quest'ultimo e i prezzi. Se avete qualche consiglio lo apprezzerei molto.
Grazie
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Messaggio da ilbarcarolo » 28/07/2020, 14:43

samuclem ha scritto:
28/07/2020, 12:14
Ciao, mi inserisco su questo post, anche se il mio gozzo non è propriamente Sorrentino o Ligure ma è stato costruito a Catania, con tecnica classica e vela latina.
Mi sono deciso a rimettermi al lavoro dopo troppi anni di stop perchè in questi mesi ho uno stop lavorativo post lock down che si sta protraendo e mi permette di metterci le mani sopra nuovamente. Ho finalmente quasi allestito il garage dove tengo l'imbarcazione per poter comincaire a lavorarci e ora dovrei andare alla ricerca dei legnami. Cerco di allegare delle foto ma in sostanza devo ricostruirlo dagli ombrinai in su, coperte comprese. Non ho ben chiaro cosa sia L'"ABETELLA" tra le essenze impiegate dal costruttore originale e penso che propenderò per qualcosa come il larice o il mogano, ma non ho idea della facilità di approvigionamento per quest'ultimo e i prezzi. Se avete qualche consiglio lo apprezzerei molto.
Grazie
Ti consiglio di aprire una discussione tutta tua per parlare del tuo gozzo in fase di restauro, altrimenti rischiamo di non darne il giusto risalto oltre che inquinare il thread originario.

Se apri un nuovo 3d, poi magari spostiamo già questo intervento.
Intanto ti levo il dubbio sull'abetella: si chiamava cosi " l'antenna " tratta dall'abete. L'antenna non è altro che il fusto privato dai rami e dalla corteccia, in pratica la parte terminale del tronco. Le "antenne" che non erano particolarmente pregiate ( col fusto principale si realizzano i tavoloni) si trovavano facilmente in misure di 6/8 di metri, con diametro decrescente dai 18/20 cm fino agli 8/10 cm in punta, il resto troppo sottile veniva usato per le paline sottili.
Come era stata utilizzata l'abetella per il tuo gozzo? In ogni caso lascerei stare il mogano... semmai meglio il larice, ma dipende cosa ci devi fare :wink
Francesco

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