La Pesca ⇒ Il pesce del mese: il pagello.
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Il pesce del mese: il pagello.
Eccolo il re per eccellenza della pesca a bolentino, si, proprio lui, che venga chiamato fragolino, parago o pagello, si tratta sempre del medesimo pesce che con la sua livrea rosata ed il ventre candido fa passare notti insonni a chi si dedica a questo affascinante sistema di pesca.
Aristocratico grufolatore, si nutre principalmente di minuscoli crostacei, in particolare gamberi, di anellidi e di piccoli molluschi che trova rovistando e pattugliando il fondo e la fascia d'acqua più prossima a questo, ragion per cui per tentarne la cattura le nostre esche dovranno essere portate laggiù, sia che si peschi su fondali da 20 metri oppure da 80.
La taglia di questo ricercatissimo sparide nelle nostre acque può raggiungere e superare i due chili, esemplari abbastanza rari, in realtà le catture più frequenti si aggirano dai tre etti al mezzo chilo.
Si tratta di un pesce divertentissimo e molto generoso, la sua combattività inizia dal momento dell'allamata fino al recupero, le sue testate e i suoi divincolamenti mettono a prova la nostra attrezzatura ad iniziare dall'amo e come diceva Trapattoni: non dire gatto finchè non l'hai nel sacco, infatti il pagello ha una spiccata abilità a slamarsi in qualsiasi momento e in particolare quando si trova trascinato in superficie.
Continua.
Aristocratico grufolatore, si nutre principalmente di minuscoli crostacei, in particolare gamberi, di anellidi e di piccoli molluschi che trova rovistando e pattugliando il fondo e la fascia d'acqua più prossima a questo, ragion per cui per tentarne la cattura le nostre esche dovranno essere portate laggiù, sia che si peschi su fondali da 20 metri oppure da 80.
La taglia di questo ricercatissimo sparide nelle nostre acque può raggiungere e superare i due chili, esemplari abbastanza rari, in realtà le catture più frequenti si aggirano dai tre etti al mezzo chilo.
Si tratta di un pesce divertentissimo e molto generoso, la sua combattività inizia dal momento dell'allamata fino al recupero, le sue testate e i suoi divincolamenti mettono a prova la nostra attrezzatura ad iniziare dall'amo e come diceva Trapattoni: non dire gatto finchè non l'hai nel sacco, infatti il pagello ha una spiccata abilità a slamarsi in qualsiasi momento e in particolare quando si trova trascinato in superficie.
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Il pesce del mese: il pagello.
E' un po che lo aspettavo al varco, il signor pagello.
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Francesco
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Re: Il pesce del mese: il pagello.
Caspita sono ormai anni che non ne pesco uno! Una volta dalle mie parti se ne trovavano in abbondanza,oggi molto molto meno!
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Il pesce del mese: il pagello.
Dalle tante cose che vorrei dire su questa pesca, non so da dove cominciare e se per dirvele tutte faccio un po' di confusione, saltando di palo in frasca, perdonatemi.
Vediamo dove trovarlo e quando, questo bellissimo pesce, sono dispiaciuto per i tanti pescatori dell'alto Adriatico ma non credo che in quel fondale sabbioso, tranne alcune particolarissime e rarissime poste che chiamano presure, possano tentare di catturarli.
Nel Tirreno le cose cambiano decisamente in meglio, il fondale infatti è un alternarsi di rocce, sabbia, fango, tufo, al largo alcune secche più o meno grandi si sollevano dal fondo creando l'habitat ideale per moltissime specie di grufolatori e predatori.
Le indicazioni che voglio darvi, fanno parte del mio bagaglio personale e non collimano con quanto troverete scritto nelle enciclopedie o nelle varie riviste ma sono il frutto di quasi mezzo secolo di prove sul campo, o meglio in mare, di uscite in barca puntualmente trascritte sulle mie agende con precisione e pignoleria.
Ho scelto di parlare del mio amico parago, non a caso, proprio nel mese di novembre che insieme a dicembre sono i periodi migliori per tentarne la cattura, chi ha tirato la barca in secca non saprà mai cosa perde.
La scelta del posto dove calare le lenze, sembrerà strano, è legata direttamente alla taglia (media) ai pesci che frequentano quel fondale, così pure però della loro presenza numerica, per cui se ci interessa più il numero delle prede, dovremo pescare su un determinato fondale e nell'altro caso su un fondale completamente diverso.
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Vediamo dove trovarlo e quando, questo bellissimo pesce, sono dispiaciuto per i tanti pescatori dell'alto Adriatico ma non credo che in quel fondale sabbioso, tranne alcune particolarissime e rarissime poste che chiamano presure, possano tentare di catturarli.
Nel Tirreno le cose cambiano decisamente in meglio, il fondale infatti è un alternarsi di rocce, sabbia, fango, tufo, al largo alcune secche più o meno grandi si sollevano dal fondo creando l'habitat ideale per moltissime specie di grufolatori e predatori.
Le indicazioni che voglio darvi, fanno parte del mio bagaglio personale e non collimano con quanto troverete scritto nelle enciclopedie o nelle varie riviste ma sono il frutto di quasi mezzo secolo di prove sul campo, o meglio in mare, di uscite in barca puntualmente trascritte sulle mie agende con precisione e pignoleria.
Ho scelto di parlare del mio amico parago, non a caso, proprio nel mese di novembre che insieme a dicembre sono i periodi migliori per tentarne la cattura, chi ha tirato la barca in secca non saprà mai cosa perde.
La scelta del posto dove calare le lenze, sembrerà strano, è legata direttamente alla taglia (media) ai pesci che frequentano quel fondale, così pure però della loro presenza numerica, per cui se ci interessa più il numero delle prede, dovremo pescare su un determinato fondale e nell'altro caso su un fondale completamente diverso.
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Il pesce del mese: il pagello.
Bruno così ci tieni sulle spine.......
il bello di un forum è il puro spirito di condivisione.........!!!!
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Re: Il pesce del mese: il pagello.
E le spine non si mangiano
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Francesco
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Re: Il pesce del mese: il pagello.
Tranquillo Bruno l'attesa rende più interessante il thread
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se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto
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Re: Il pesce del mese: il pagello.
Bruno non ti devi scusare di nulla, e poi ...non avevi mica specificato a quale mese si riferiva il pesce del mese :)
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Francesco
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Il pesce del mese: il pagello.
Specialmente per i primi approcci con questa pesca rivolta alla cattura dei pagelli, consiglio di insidiarli nelle spianate fangose, a volte molto estese, che caratterizzano i fondali della costa tirrenica.
Le profondità più promettenti variano dai 40 ai 70 metri, questi substrati sono l'habitat ideale per i vermi marini e le conchiglie che trovano qui di che alimentarsi e nascondersi facilmente dall'assalto dei pesci grufolatori dei quali il parago è il capofila.
Qui la taglia media è abbastanza modesta ma in compenso molto numerosa, qui "ci potremo fare le ossa" per una pesca più difficile e impegnativa, qui impareremo a vedere sul cimino le beccate ovattate del fragolino e il momento migliore per la ferrata, qui capiremo le differenza tra una pesca statica ancorandosi oppure scarrocciando senza il rischio di rimanere afferrati continuamente sul fondo, vedremo i vantaggi e gli svantaggi delle due tecniche e valuteremo l'opportunità di quando e come pescare in un modo o nell'altro.
Questi fondali rappresentano più o meno la scuola materna dei nostri figli o nipoti, luoghi dove si può stare tranquilli lontani dalle insidie e dai pericoli che in acqua si chiamano predatori, dove i pasti, anche se non molto abbondanti sono assicurati, dove la corrente marina è sopportabile e dove si possono stringere numerose amicizie con i consimili della medesima età.
I terminali, dato la poca astuzia dei pesci, possono essere con braccioli abbastanza corti, nell'ordine dei 30 centimetri e gli ami possono scendere fino ad un 6 purchè a gambo lungo perché ci permette di innescare pezzetti di coreano o tremoline varie, oppure gamberetti di varie specie sgusciati o meno, pezzi di cannolicchio fresco o congelato e in caso di beccate ininterrotte anche di piccole strisce di calamaro debitamente ammorbidito.
continua.
Le profondità più promettenti variano dai 40 ai 70 metri, questi substrati sono l'habitat ideale per i vermi marini e le conchiglie che trovano qui di che alimentarsi e nascondersi facilmente dall'assalto dei pesci grufolatori dei quali il parago è il capofila.
Qui la taglia media è abbastanza modesta ma in compenso molto numerosa, qui "ci potremo fare le ossa" per una pesca più difficile e impegnativa, qui impareremo a vedere sul cimino le beccate ovattate del fragolino e il momento migliore per la ferrata, qui capiremo le differenza tra una pesca statica ancorandosi oppure scarrocciando senza il rischio di rimanere afferrati continuamente sul fondo, vedremo i vantaggi e gli svantaggi delle due tecniche e valuteremo l'opportunità di quando e come pescare in un modo o nell'altro.
Questi fondali rappresentano più o meno la scuola materna dei nostri figli o nipoti, luoghi dove si può stare tranquilli lontani dalle insidie e dai pericoli che in acqua si chiamano predatori, dove i pasti, anche se non molto abbondanti sono assicurati, dove la corrente marina è sopportabile e dove si possono stringere numerose amicizie con i consimili della medesima età.
I terminali, dato la poca astuzia dei pesci, possono essere con braccioli abbastanza corti, nell'ordine dei 30 centimetri e gli ami possono scendere fino ad un 6 purchè a gambo lungo perché ci permette di innescare pezzetti di coreano o tremoline varie, oppure gamberetti di varie specie sgusciati o meno, pezzi di cannolicchio fresco o congelato e in caso di beccate ininterrotte anche di piccole strisce di calamaro debitamente ammorbidito.
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