La PescaBOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI - by BRUNO 21

La tecnica, i luoghi ed i suggerimenti per una 'buona pesca'
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Bruno21
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BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI.

Messaggio da Bruno21 » 28/08/2016, 18:06

Bolentino 8


Altre esche ottime sono i cannolicchi, anche qui, meglio se freschi, i calamari, le sarde e le alici.
Ve ne sono molte altre ma parlandone oltrepasserei i limiti che mi sono imposto e tradirei lo spirito di questa pubblicazione, oltretutto sono di difficilissimo reperimento e molto selettive.
I cannolicchi si trovano facilmente in pescheria, specialmente se congelati, aprendo le valve ne viene fuori un mollusco abbastanza lungo e cilindrico che va innescato a pezzi di lunghezza tale da ricoprire interamente l'amo, raccomando di sezionarlo con un coltello affilato o un paio di forbici al fine di realizzare un taglio netto.
Si infila sull'amo come il verme, meglio se ne lasciamo una piccola parte sporgere dalla punta dell'amo, è morbido ed odoroso e molto gradito da tutti i pesci da bolentino.

Il calamaro, o il totano, sono esche che dovremo avere sempre a disposizione, attenzione però, queste esche vanno scelte con cura perché non tutte vanno bene.
Guardiamo come scegliere quelle adatte per il bolentino.
Lasciamo perdere i calamari freschi che costano carissimi e normalmente sono grossi e con la carne spessa e dura, cerchiamoli invece di una pezzatura di una quindicina di centimetri, congelatissimi, che hanno la carne meno spessa e il prezzo si aggirerà sui 7/8 euro al chilo.
Anche se vengono comunemente chiamati calamari spesso sono invece totani, ma per pescare non fa molta differenza.
Solo per completezza dico come facciamo a distinguere un calamaro da un totano, il calamaro ha le due "ali" laterali lunghe quasi come tutto il corpo mentre il totano le ha molto più corte e situate vicino alla punta del corpo conico, tutto qua.
E' una delle poche esche che possiamo scongelare e al termine della pesca ricongelare quelle inutilizzate senza che queste si deteriorino.
Vediamo come dobbiamo utilizzarle.
Dobbiamo munirci di un tagliere di plastica e un martello batticarne di quelli a "spunzoni", si taglia con un paio di forbici longitudinalmente il mantello del calamaro o il totano, la testa ed i piccolissimi tentacoli non ci interessano, si appoggia il mantello aperto sul tagliere volgendo la parte interna verso l'alto, con il martello si batte energicamente ammorbidendolo, ma non solo, con questa operazione si rende l'esca molto più odorosa ed attirante.
Sempre con le forbici, o con un coltello affilatissimo se ne fanno delle strisce larghe più o meno un centimetro e di 7/8 centimetri di lunghezza, si innesca trapassando la striscia più volte con l'amo lasciandone a penzoloni un paio di centimetri.

Continua.



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BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI.

Messaggio da Bruno21 » 01/09/2016, 6:48

Bolentino 9


Mi ero dimenticato a proposito del calamaro che va spellato lasciando in vista la sua carne bianchissima, anche questo attirerà i pesci.

La sarda è veramente l'esca pigliatutto, non esiste pesce grande o piccolo che sia indifferente a questa, secondo loro, prelibatezza.
Dal tonno al dentice, dalla tanuta al sarago, dallo sgombro alla palamita, dall'occhione alla cernia, tutti vengono attratti dal suo intenso aroma pronti a contendersi la sua carne tenerissima, anche troppo tenera.
Sembrerebbe l'uovo di Colombo, basterebbe innescare le sarde e il problema esche sarebbe risolto.
Non è così, non funziona così, con il suo aroma molto intenso, questa esca viene presa d'assalto da tutti i piccoli abitatori del mare che ripuliranno tutta la carne lasciando sull'amo la classica lisca senza pagare pegno.
E allora come facciamo e quando possiamo usarla?
Possiamo tranquillamente usarla quando peschiamo agli sgombri perché essendo predatori gli altri pescetti non si avvicinano, possiamo usarla innescata intera (parlo sempre della pesca a bolentino) e appoggiata sul fondo alla ricerca del grosso pesce, un tipo di pesca che prevede anche la pasturazione con sarde spezzettate e pasturatore a sgancio.
Indispensabili per la pesca sui grandi fondali alla ricerca di occhioni, naselli, cernie ecc.
Dato la misura dei nostri ami, la sarda va innescata a pezzetti, la parte più tenace è quella vicina alla coda, altro modo molto proficuo è quello di ricavare due filetti dal dorso che possiamo cucire sull'amo.
Indispensabile per l'innesco è reperire la sarda freschissima pena ritrovarsi con un'esca che non ha nessuna consistenza impossibile da utilizzare.
La freschezza si riconosce facilmente perché la sarda fresca è priva delle tracce di sangue che compaiono sulle branchie e negli occhi, l'odore deve essere abbastanza tenue, pensate che tempo fa quando si sceglievano le sarde si infilava una mano sotto il primo strato di pesci nella cassetta e si annusava la mano, se puzzava non le compravamo.

Ora abbiamo canna, mulinello, terminale, esche, cosa aspettiamo?
Andiamo dunque a pescare, parliamo ora delle famose poste di pesca, come facciamo a identificarle se non le conosciamo, quali pesci possiamo catturare su quei fondali, dobbiamo pescare ancorati o a scarroccio?
Ne parliamo prossimamente su questo schermo.

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Messaggio da ilbarcarolo » 01/09/2016, 10:46

Bellissimo questo thread, piano piano stai toccando tutti gli argomenti :DD :ok :clap

Non vedo l'ora di arrivare alle ferrate :wink :figo
Francesco

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Re: BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI.

Messaggio da Beba91 » 01/09/2016, 14:53

Anch'io non vedo l'ora...di mangiare il pesce!


Sebastiano

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Messaggio da boccadilupo » 02/09/2016, 0:33

Ed io non vedo l'ora di rifare un paio di uscite con il buon Bruno magari in un pozzetto più comodo e con tanto spazio a disposizione per praticare IL BOLENTINO COME SI DEVE :whis :whis !!!
Bruno promesso che non ti stresso più con la traina :pray :aur !!!
il bello di un forum è il puro spirito di condivisione.........!!!!

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Messaggio da Keijar » 07/09/2016, 17:23

O mamma, ho letto tutto di un fiato!

Da neofita della pesca in mare mi è stato utilissimo, condividerò i risultati :)

Domanda: non ho letto niente sulla composizione della lenza!

Cosi' a "sentimento" farei amo---filo carbon---moschettone---piombo---moschettone---filo nylon---filo multifibre.

Come mai il carbon lo consigli di due misure?

E' giusto? Piu' o meno un consiglio sulle distanze tra gli elementi? Grazie! :)
Tiziano

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Messaggio da Bruno21 » 08/09/2016, 7:09

I terminali o calamenti sono la parte pescante di tutto il complesso e quindi la più importante.
Bisogna averne a disposizione un certo numero già pronti per l'uso.
I più funzionali e più catturanti sono quelli realizzati con apposite perline che permettono di girare in ogni senso senza avvolgersi.
Considera che l'esca nella sua discesa verso il fondo crea un effetto elica, come pure le piccole prede nel recupero.
Il terminale deve permettere di assorbire tutte queste rotazioni.
I due diametri consigliati si riferiscono: il minore per terminali a tre braccioli da 60 cm. adatto per paraghi e saraghi, il più grosso per tanute, per terminali a due braccioli da 90/100 cm. di lunghezza.
Se ti interessano averli già confezionati e pronti per l'uso, contattami in privato e saprò indirizzarti meglio.

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Messaggio da ilbarcarolo » 08/09/2016, 12:51

Bruno21 ha scritto: Ora abbiamo canna, mulinello, terminale, esche, cosa aspettiamo?
Andiamo dunque a pescare, parliamo ora delle famose poste di pesca, come facciamo a identificarle se non le conosciamo, quali pesci possiamo catturare su quei fondali, dobbiamo pescare ancorati o a scarroccio?
Ne parliamo prossimamente su questo schermo.

E parliamone, Bruno !!! :DD
Dai che stiamo tutti aspettando con ansia "bolentino 10"
Francesco

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Messaggio da Bruno21 » 08/09/2016, 18:02

Eccoti accontentato Barcarolo che non sei altro.

Bolentino 11
Pescare a bolentino sulla spianate di fango o di sabbia, spesso si rivela infruttuoso, normalmente i pesci che frequentano questi fondali sono le tracine e raramente qualche razza.
Fermarsi a casaccio, pensando che basti far arrivare l'esca sul fondo per prendere i pesci è mera illusione.
E allora?
Allora bisogna programmare con cura la nostra uscita e avere le idee ben chiare, indispensabili sono un GPS anche se portatile e un ecoscandaglio che possa leggere il fondo fino a 100 metri.
Se qualcuno ci ha fatto dono di alcune coordinate per le poste di pesca, tanto meglio, altrimenti bisogna cercarsele da soli, aiutandosi con una carta nautica, meglio se digitale.
Cosa dobbiamo cercare?
Dobbiamo cercare sui fondali che vanno dai 35 metri, fino agli 80, secche isolate che si alzano da substrati di sabbia e fango, le secche sono formazioni scogliose, tufacee o miste dove è presente oltre che la vegetazione, una miriade di invertebrati, vermi, conchiglie, molluschi e crostacei che attirano tutti i pesci della zona grandi e piccoli dando luogo alla catena alimentare.
Non occorre che la secca sia estesa, anzi, se riusciamo ad individuarne di piccole è ancora meglio, i pesci saranno sicuramente più fitti.
Per pescare sulla secca bisogna per forza ancorarsi per due motivi fondamentali.
Il primo motivo è legato proprio alla conformazione del fondo, sicuramente pieno di gorgonie e concrezioni coralligene che imprigioneranno i nostri piombi ed i nostri finali a ripetizione, il secondo motivo è invece legato agli abitatori della secca, noi siamo alla ricerca di saraghi, tanute, pagelli pesci abbastanza sospettosi che non si avventano sulla prima esca che gli capiti a tiro, cosa invece che comunemente fa la minutaglia e principalmente gli sciarrani.
Quest'ultimi non danno tempo ai pesci più pregiati di abboccare avventandosi sull'esca, fortunatamente però gli sciarrani sono pesci territoriali, per cui una volta ancorati "ripuliremo" il fondale da questi clienti che difficilmente si rifaranno vivi durante l'azione di pesca.

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Messaggio da Luigi1968 » 08/09/2016, 21:36

......... tu non sei un uomo Bruno .....
tu sei un enciclopedia !!!!!!! :clap :clap :clap
se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto

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Re: BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI - BY BRUNO 21

Messaggio da ilbarcarolo » 08/09/2016, 21:48

Maledetti sciarrani ! Non esiste una trappola per sciarrani da calare sul fondo? Che so, una bella nassa con qualche ingresso calibrato sulla loro taglia?

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Messaggio da Bruno21 » 09/09/2016, 16:36

Bolentino 12

Dove fermarsi una volta individuata la nostra posta?
Chi pensasse al bolentino come una pesca statica sbaglia grossolanamente perché è una pesca di movimento, a volte i pesci si trovano nei pressi del sommo, altre volte sulle ricadute, altre ancora nella spianata di fango o sabbia prossima alla secca.
In caso di assenza di beccate, dopo al massimo un'ora, bisogna spostarsi in un altro punto e poi un altro e un altro ancora finchè non troviamo i nostri amici pinnuti.
Per spostarsi velocemente senza bisogno ogni volta di salpare l'ancora, descriverò n seguito le manovre necessarie per mettere senza paura delle eliche la cima a poppa e trascinare l'ancora fino a quando non decidiamo di fermarci nel punto prescelto.
Dò alcune indicazioni di massima ma prendetele con beneficio d'inventario, perché i pesci sono imprevedibili.
Nei mesi primaverili cioè da fine febbraio, consiglierei di ancorarsi in prossimità del sommo in quanto il pesce predominante dovrebbe essere la tanuta, naturalmente anche i saraghi ma soprattutto le tanute.
Nei mesi estivi le carte si mischiano e bisogna ispezionare la posta per cercarli, non è raro imbattersi nei branchi di sgombri misti a sugarelli.
In autunno, da ottobre in poi ed in inverno, il pesce più comune è il parago o pagello o fragolino, chiamiamolo come vogliamo e questi pesci preferiscono pascolare sui fondali fangosi o sabbiosi nei pressi delle secche.

Vorrei parlare anche della pasturazione legata a questo sistema di pesca anche se non è assolutamente necessaria, posso assicurarvi che funziona, eccome se funziona, però non so se faccio bene in quanto vado fuori dalle righe e dai limiti che mi ero imposto con il titolo.
Facciamo così, se lo richiedete ne parlerò in seguito.

La prossima volta partiremo insieme per una battuta di pesca a bolentino e chiarirò punto per punto ogni aspetto rimasto poco comprensibile sicuramente per colpa mia, allora pronti?
Molliamo gli ormeggi e via verso una nuova avventura.

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Messaggio da Adriano » 09/09/2016, 19:49

Io a bolentino mi diverto tantissimo e tiro su e mangio volentieri anche gli sciarrani :mrgreen :mrgreen :mrgreen
però non sono un pescatore evoluto anzi, sono proprio basico e per me non importa di che tipo sia il pesce ma che abbocchi :mrgreen :mrgreen
Di tanto in tanto, quando mia moglie me lo consente, esco dal porto prima del solito,
ad 1 miglio esatto dall'imboccatura c'è un relitto di un dragamine (credo) su un fondale di sabbia di 25/26 metri,
mi dispongo in base al vento e vado a scarroccio dopo aver buttato teste e code di sarde e calato 2 lenze con 3 braccioli l'una.
In 6/7 passate sono a posto, con 25/30 sgombri e sugarelli ... non a caso lo chiamano "relitto sugarelli" :mrgreen :mrgreen :mrgreen
Perdonami Bruno, io sono un pescatore alla "viva il Parroco" ma mi diverto tanto :mrgreen :mrgreen :mrgreen

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Messaggio da Bruno21 » 12/09/2016, 22:28

Bolentino 13

La preparazione di una battuta di pesca, inizia il giorno precedente, dedicando qualche minuto alla revisione delle attrezzature.
Iniziamo dalle canne verificando che siano integre, proviamo ad innestare qualche vettino assicurandoci che entrino nel proprio alloggiamento con facilità e altrettanto facilmente si sfilino, caso mai ricorriamo ad un leggero spruzzo di silicone nella parte inferiore della vetta.
Passiamo poi a verificare il contenuto della cassetta degli attrezzi o della borsa, assai meglio un contenitore rigido munito di vari cassetti, che, se di buona qualità come quelli professionali della Plano durano una vita, il mio ha una venticinquina d'anni.
Il vantaggio è quello di avere l'occorrente a portata di mano senza ogni volta frugare e svuotare la borsa alla ricerca dell'oggetto necessario.
Personalmente, per ogni tipo di pesca che pratico ho il proprio contenitore completo del necessario, compreso forbici, pinze, collanti, perline, girelle, ami, slamatore etc senza stare ogni volta a lambiccarsi il cervello per non dimenticare niente.
Per il bolentino il necessario consiste in un mulinello caricato a dovere e un altro di ricambio da utilizzarsi in caso di guasto del primo, una serie di calamenti completi di braccioli e con ami già legati che avvolgeremo e fisseremo su piccole rotelle di polistirolo rigido e sulle quali applicheremo una etichetta adesiva indicando i diametri dei braccioli, la lunghezza degli stessi e la numerazione dell'amo legato, oppure una figura del pesce che insidiamo.
Un paio di slamatori a cruna d'ago Stonfo di facilissimo utilizzo e uno slamatore che porti da un lato una punta per venire a capo rapidamente di piccoli ingarbugliamenti.
Alcune perlone molto vistose di almeno1 cm. di diametro di colore rosso o giallo che io chiamo semafori, sono indispensabili per la salvaguardia dei vettini.
Una di queste va infilata nello spezzone di nylon prima di legare la girella con moschettone che porterà il calamento a braccioli, perché?
Quando recuperiamo la lenza, la piccola girella può passare inosservata, se distrattamente dovesse andare a forzare sull'anello terminale del vettino e noi continuassimo il recupero, il vettino si spezzerebbe e non potremo più utilizzarlo, non potete immaginarvi quanti vettini ho rotto prima di trovare questo strattagemma.
Chiamo questa perlona semaforo, perché un semaforo non si può non vedere, si potrà ignorare ma non vedere, da quando la uso non ho più rotto un vettino.
La rotella di nylon con la quale avete realizzato lo spezzone tra il multifibre ed il terminale portatela con voi, in caso di rottura potrete rifare lo spezzone che fa da ammortizzatore con tranquillità.
Alcune bustine di ami di ricambio dovranno far parte del corredo, come i piombi di diversa grammatura, almeno tre per tipo.
In una scatolina a scomparti che vengono chiamate tartarughe, troveranno posto varie girelle, moschettoni e altre minuterie come piccole perline, vi sconsiglio di utilizzarle per gli ami.
Un paio di forbici, un paio di pinzette, qualche spezzone di collante a caldo per riparazioni provvisorie e soprattutto uno straccio che non potete lontanamente immaginarvi quanto vi farà comodo, tutto qua.

Le canne, almeno due, le sistemerete in una custodia portacanne con tracolla, io di canne ne porto ben cinque perché penso anche a qualche compagno di pesca che non ha la canna di riserva.

Un piccolo contenitore termico è destinato esclusivamente alle esche e sarà aperto per il prelievo il tempo strettamente necessario, non mettete altro qui dentro, per la colazione i beveraggi e soprattutto per il pescato ne occorreranno altri.

Ecco ora siamo veramente pronti, abbiamo verificato più e più volte le previsioni, e domani partiremo per questa nuova meravigliosa avventura che sono sicuro ci riserverà grandi sorprese e tanto divertimento.

Continua

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Messaggio da Beba91 » 13/09/2016, 8:11

Bellissimo tutorial! grande Bruno!


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Messaggio da ilbarcarolo » 13/09/2016, 12:30

Fantastico, questo 3d sta diventando una pietra miliare !
Vai Bruno continua e...cerca di tirarla per le lunghe con le varie situazioni che vogliamo arrivare almeno a bolentino 30 :figo :figo2
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Messaggio da Bruno21 » 13/09/2016, 18:27

Bolentino 14

L'uscita a bolentino.
Alle sei in punto ci stacchiamo dalla banchina e iniziamo a scendere i fossi verso il mare aperto, a bordo siamo quattro agguerritissimi amici diretti su una posta di pesca distante circa 11 miglia che sulla carta nautica viene denominata: secca grande di mezzo canale, ma, che i livornesi chiamano ciabatta.
Siamo in aprile e la ciabatta è molto indicata per la pesca alle tanute particolarmente attive in questo periodo e anche i pagelli di buona taglia sono soliti frequentare questa secca.
Mentre affido la barca all'autopilota per tenere la rotta e mi limito alla sorveglianza, gli amici si danno daffare per preparare la battuta, abbiamo a bordo anche una mezza cassa di sarde congelate che utilizzeremo spezzettate col pasturatore a sgancio.
Arturo ne mette a scongelare una porzione in una capiente bacinella e ripone il resto all'interno di un sacco di nylon in attesa di altri prelievi durante la giornata.
Vallero invece, dopo aver preso un mezzo secchio di acqua di mare mette a scongelare una confezione di calamari e una di gamberi senza però togliere quest'ultimi dal loro contenitore.
Stefano si incarica di preparare la cima dell'ancora facendola scorrere sul passavanti dal gavoncino di prua fin dentro il pozzetto, una settantina di metri basteranno sicuramente, monta le marre sull'ancora a rampino totalmente di acciaio inox, di mia ideazone e controlla il funzionamento del capiente pasturature a sgancio, anch'esso di mia ideazione, svolgendo la cimetta necessaria.
Eccoci, il GPS e lo scandaglio mi indicano che siamo sulla posta, per esperienza preferisco iniziare dalla parte di levante sui 55 metri di fondo e mi dirigo direttamente lì, il vento è di terra per cui tengo conto della scarroccio scegliendo il punto dove gettare l'ancora, metto il fianco destro a vento e non appena vedo sullo schermo dell'eco l'inizio della piccola risalita, do l'ordine: Ancora a mare.
L'ancora scende velocemente toccando il fondo, diamo ancora cnque braccia di cima e la bittiamo a prua sulla destra, la parte della ruota del timone.
Durante il viaggio Arturo ha già sminuzzato le sarde e caricato il pasturatore per la prima calata, Vallero invece ha preparato i calamari, spellandoli, aprendoli e battendoli sul tagliere col martello da carne nella parte interna del mantello, poi ne ha fatto delle strisce pronte per essere innescate.
Fanno la loro comparsa le canne e ognuno a questo punto si comporta come crede, io dopo aver fissato il mulinello nell'alloggiamento a vite del calcio della canna e passato il nylon dello spezzone dentro gli anelli, infilo la perlona semaforo, poi, lego in fondo una girella con moschettone del numero 12.
Srotolo dall'apposita rotella un calamento a tre braccioli da 80 centimetri in f.carbon dello 0,28 ai quali sono legati tre ami del n° 4 e aggancio l'apposita asola al moschettone suddetto, il calamento in fondo porta già un moschettone semplice del N° 2 al quale fisso un piombo da 60 grammi, proverò intanto con questo.
Innesco sull'amo più basso un gamberetto di paranza destinato ai paraghi, infilzandolo nel centro della coda e passandolo tutto con l'amo fino a far uscire l'ardiglione dalla testa, sugli altri due ami più alti innesco una striscia di calamaro trapassndola più volte con la punta dell'amo avendo cura che ne rimanga un tratto libero per scodinzolare e muoversi come fosse un organismo vivo, molto attirante per le tanute.
Controllo che gli anelli della canna siano ben dritti e gli innesti ben bloccati, il cimino che ho scelto è quello rosso, di tipo medio adatto a questo piombo, chiudo la frizione del mulinello e poi inizio gradualmente ad allentarla finchè non ottengo uno slittamento soddisfacente del filo, appoggio il piombo in mare e apro l'archetto.
Sono il primo a calare la lenza ma dopo pochi secondi anche i tre amici mi seguono.
Ecco, il piombo ha toccato il fondo, chiudo l'archetto e recupero quel tanto di m.fibre per mettere la lenza in tensione facendo piegare appena appena il cimino.
Un leggero tremito mi avverte che laggiù un cliente sta assaggiando le mie esche, alzo leggermente la canna facendo piegare un po' più il cimino, seguono due colpetti ravvicinati e ferro con decisione alzando di botto la canna, il cimino si piega molto sotto il peso e la trazione del pesce allamato e capisco subito che si tratta di un cliente difficile da convincere a staccarsi dal fondo.

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Re: BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI - by BRUNO 21

Messaggio da ilbarcarolo » 13/09/2016, 21:08

Slurp slurp ucci ucci sento odor di...

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BOLENTINO: LA PESCA PER TUTTI - by BRUNO 21

Messaggio da Breus » 14/09/2016, 17:58

Ciao Bruno e ancora graie.... ma una curiosità "Bolentino 10" lo hai saltato?
Grazie
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Messaggio da Bruno21 » 14/09/2016, 20:31

Breus ha scritto:Ciao Bruno e ancora graie.... ma una curiosità "Bolentino 10" lo hai saltato?
Grazie
Mi spiace e mi scuso, ho sbagliato la numerazione eppure a scuola in matematica avevo quasi la sufficienza.

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