Quando ho venduto la mia vecchia barca avevo già le idee chiare ed ho puntato subito al Patrone 25. Ne ho visti un paio in giro per l’Italia per la maggior parte in Liguria ed al salone ho parlato con i proprietari del cantiere. A quel punto ero in grado di trarre le mie conclusioni: mi giocavo l’usato di 200 barche costruite dal cantiere, con diverse motorizzazioni più o meno valide. Per ovvi motivi di affidabilità ho puntato sugli Yanmar piuttosto che fnm, volvo d3 o altro. Ne ho trovata una del 2008 con 650 ore, l’ho provata ed acquistata.
Passiamo ai PRO: è una barca massiccia dove lo strato di resina è consistente, pesa 5600 kg a secco per 7,48 metri di lunghezza, ha una linea classica, direi intramontabile, gli interni sono in multistrato con rifinitura ciliegio.
In quegli anni producevano 2 disposizioni interne con la cucina sottocoperta tra cuccetta e dinette o in dinette vicino alla porta, quest’ultima soluzione migliore secondo me perché è più comodo cucinare vicino alla porta piuttosto che sottocoperta. L’utilizzo mio è prevalentemente per le uscite giornaliere con la famiglia 4 persone e per 2 crociere all’anno di una decina di giorni. Nella cuccetta di prua si sta in 3 ( moglie e 2 bimbe) ed in dinette ci sto io abbassando il tavolo (lunghezza max 180). La barca è ben equilibrata con i motori centrali (Sciallino 25 li ha un po’ più a poppa), centrali li preferisco. Metterci le mani è facile basta spaiolare in dinette e si raggiunge benissimo ogni apparato del motore. L’hanno prodotto anche con Yanmar 180,sicuramente meglio dei miei 125. La manovrabilità con 2 motori è buona non so come si comporta la versione monomotore. La struttura è particolarmente alta, in cabina si sta comodamente in piedi fino a 185-190. Il cantiere ha prodotto anche il 25 convertibile con il fly ma a parer mio un pò stona tutta sta sovrastruttura della cabina vista la lunghezza ridotta della barca (ft 8,50). Insomma di pro ne ha tanti, vivibilità (sembra un camper), costruzione, manovrabilità, navigazione, affidabilità dei motori ed autonomia (200 litri x 2).
CONTRO: ce ne sono come in tutti i cantieri, piccoli particolari che forse in fase di costruzione si poteva intervenire richiedendo le modifiche al cantiere, un esempio? Il serbatoio dell’acqua di capienza limitata ca. 100 litri, il teak mutistrato che dopo dodici anni va sostituito perché lo strato nobile si consuma (succede anche ad altre marche più blasonate), dormire in barca non è come dormire sul materasso di casa, e tanti piccoli cos’è aggiustabili se si ha manualità.
La cosa che mi urta di più è la forma della chiglia dello scafo che risulta più alta degli assi e delle eliche e pure dei timoni rendendo le parti in movimento più vulnerabili in caso di contatto con bassi fondali o oggetti galleggianti in mare. Al momento tutto bene ma a volte ciò mi spaventa.
Tirando le somme dopo 4 anni mi ritengo soddisfatto di Patrone tranne il fatto che l’operaviva risulta un po’ umida e che consiglio a chiunque abbia l’intenzione di acquistarne uno usato di misurare l’umidità con un igrometro e di trattare preventivamente lo scafo onde evitare spiacevoli spese in futuro per risanarlo.
Velocità e consumi? Con le mie motorizzazioni la barca fa 24 nodi a carena pulita, 17 di crociera, 8-9 massimo in dislocamento.
In una media di una vacanza di 500 miglia ho consumato (non sono uno smanettone), dai 13,5 ai 15,5 l/h x tutti e 2 i motori ma sottolineo prevalentemente in dislocamento a 8-9 nodi, comodo comodo col pilota automatico ed ogni tanto qualche sgroppata a 17 ma mai a manetta. Saluti
ALLEGARE
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